MAMbo: Riallestimento collezione permanente

MAMbo: Riallestimento collezione permanente

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna si ripresenta al pubblico dal 4 febbraio con un importante intervento di rivisitazione e riallestimento di parti della collezione permanente, accompagnato da interventi strutturali, che si svilupperà nell’arco del 2021.

Le sezioni che appaiono già rinnovate dal nuovo ordinamento curato da Uliana Zanetti e Barbara Secci con la supervisione del direttore artistico Lorenzo Balbi, sono quelle dedicate all’Informale e all’Ultimo Naturalismo, mentre è stata costruita ex-novo un’area tematica sull’arte Verbo-Visuale.

A ridisegnare completamente gli spazi espositivi nel segno del dialogo con l’ambiente esterno (come già avvenuto al piano terra con le porte-finestre della Sala delle Ciminiere) è anche la riapertura delle finestre della manica lunga, che appare così decisamente trasfigurata, non solo dal nuovo allestimento delle opere ma anche dalla possibilità di scambio osmotico dentro/fuori.

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Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte

Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte

Al Museo Morandi di Bologna, con la riapertura al pubblico è visibile fino all’11 aprile 2021 Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte a cura di Giusi Vecchi, incentrata sul tema al quale Giorgio Morandi ha maggiormente legato la sua fama: la natura morta, declinata nei suoi aspetti tonali e compositivi.

I 10 lavori in mostra appartengono tutti all’ultima stagione della ricerca artistica morandiana, che va dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, caratterizzata da una cospicua produzione e da una ricchezza creativa, che fa registrare un numero altissimo di nature morte (quasi settecento). In questa fase matura della sua vicenda artistica, Giorgio Morandi indaga a fondo l’idea di serie e di variante.

MAMbo e Museo Morandi osservano i seguenti orari:
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, h 14.00 – 19.00
chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi

 

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La fruizione della cultura nel post-pandemia, tra nuove sfide e hub culturali

La fruizione della cultura nel post-pandemia, tra nuove sfide e hub culturali

> Intervista completa sul sito Bologna Business School

Il nuovo Decreto Ministeriale ha disposto la riapertura dei musei civici e delle sedi espositive a partire dal 18 maggio, secondo un piano sperimentale. Aperture contingentate e su prenotazione, sanificazione degli ambienti e misure di sicurezza per pubblico e dipendenti saranno i capisaldi di questo graduale “ritorno alla normalità”.

Come cambierà la fruizione della cultura in Italia e nel mondo in seguito all’emergenza sanitaria? Ne abbiamo parlato con Roberto Grandi, Professore Ordinario di Sociologia della Comunicazione nell’Università di Bologna, Direttore del Master in Digital Marketing and Communication di Bologna Business School e Presidente dell’Istituzione Bologna Musei.

 

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Conversazione sulla crisi del comparto culturale

Conversazione sulla crisi del comparto culturale

>> Intervista completa sul sito di Gagarin orbite culturali

Roberto Grandi è un esperto di problematiche di sviluppo dei processi culturali e delle comunicazioni di massa. Insegna all’Università di Bologna e dal 2017 è presidente dell’Istituzione Bologna Musei.

In passato è stato Assessore alla Cultura al Comune di Bologna e Pro Rettore all’Università di Bologna e ha lavorato per la televisione pubblica e privata. Negli anni ha approfondito il tema della comunicazione su tutti i livelli, dalla pubblicità alla moda, dalla politica alla comunicazione delle imprese e alle politiche di branding, in particolare quelle territoriali, nel loro impatto con lo sviluppo dei media digitali.

Chi meglio di lui può contribuire ad arricchire la nostra riflessione su questa grave crisi di tutto il comparto culturale causata dal distanziamento sociale e chi meglio può aiutarci a capire il ruolo che hanno avuto i mass media in questa emergenza.

 

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Giovane, interdisciplinare, assolutamente tecnologica

Giovane, interdisciplinare, assolutamente tecnologica

Mentre nella regione i turisti si moltiplicano, in città cresce l’offerta culturale. Ma bisogna investire nella comunicazione, fidelizzare i cittadini e coinvolgere nuovi pubblici.

Roberto Grandi, già docente ordinario di Sociologia della comunicazione all’Università di Bologna ed esperto di comunicazione e mass media, dal 2017 è presidente del Cda dell’Istituzione Bologna Musei e dirige il master internazionale “New Media and Marketing Communication” presso la Bologna Business School.

In passato ha insegnato negli Stati Uniti alla University of Philadelphia, alla Stanford University e alla Brown University, e alla Tonji University a Shanghai. Dal 2000 al 2009 è stato prorettore alle relazioni internazionali all’Alma Mater Studiorum e dal 1996 al 1999 assessore alla Cultura al Comune di Bologna.

Con lui, Il Giornale dell’Arte ha fatto il punto sullo stato artistico e culturale della città di Bologna.

 

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La città e i suoi musei

La città e i suoi musei

L’Istituzione Bologna Musei ha di recente presentato La città e i suoi musei, nuove forme di comunicazione, progetto che si inserisce nell’ambito del Piano Museale 2018 – previsto dal Programma regionale degli interventi in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali (Legge Regionale 24 marzo 2000, n.18) – e reso possibile grazie al contributo dell’ Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna.

Patrizia Tamassia – responsabile Programmazione e coordinamento delle attività di catalogazione dell’IBC – afferma a proposito: « Uno dei principali obiettivi che ci poniamo in questo momento come Istituto per i Beni Culturali [in riferimento alla LR.18, ndr] è quello di creare sistemi, ovvero modalità di collaborazione e organizzazione che vadano oltre l’attività del singolo museo, in modo da valorizzare di più il patrimonio culturale e ciò che riusciamo a riversare sul territorio, dando alle istituzioni pubbliche che si impegnano in questo campo un modo per essere più incisive e arrivare in maniera più diretta al cittadino.
Negli anni precedenti l’Istituzione Bologna Musei in qualche modo non aveva svolto fino in fondo la sua funzione di aggregazione rispetto alle domande della Legge 18: l’anno scorso – parlando con Maura Grandi, referente dell’Istituzione Bologna Musei – si è pensato di trovare un modo che riuscisse a identificare quest’Istituzione come vero soggetto. Il risultato è stato un progetto di sistema museale cittadino che ha visto l’inserimento di tutta una serie di nuove modalità di comunicazione. Per noi è stato molto importante, perché il progetto è andato in una direzione che intendiamo perseguire e che, a Bologna, era soltanto potenziale».
Grazie a questo progetto , dunque, l’Istituzione inaugura l’utilizzo di nuovi strumenti per la valorizzazione « del racconto del patrimonio permanente e delle attività promosse» dagli enti e dalle strutture del circuito comunale, puntando sulle potenzialità dei social media e sulla narrazione per immagini, senza escludere il più tradizionale supporto cartaceo. Un piano d’azione in cui promuovere la cultura significa anche offrire agli utenti nuove risorse, rendere più accessibili quelle esistenti e incrementare gli strumenti a servizio della conoscenza e della fruizione del patrimonio, in una prospettiva in cui residenti e turisti vengono “chiamati in causa” senza alcuna distinzione.

Di questo – e di molti altri aspetti legati ai luoghi della cultura e ai suoi abitanti – abbiamo parlato con il prof. Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei.

 

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