L’arte danza al museo.

L’arte danza al museo.

Grazie al progetto Danza e Danze, curato da Vittoria Cappelli e Monica Ratti e inserito all’interno della terza edizione di Dancin’Bo, quattro sedi espositive dell’Istituzione Bologna Musei si sono trasformate in un palcoscenico d’eccezione in cui aprirsi e dialogare con il linguaggio della danza.

Gli otto video realizzati, e concessi come dono speciale, saranno diffusi su tutti i canali di comunicazione dei musei coinvolti.

 

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Dear You – Per te

Dear You – Per te

Il Museo entra a casa tua. Non attraverso la presenza virtuale del digitale. Ma entra fisicamente. Non con le proprie mura o le proprie collezioni, ma con sei opere d’arte realizzate per questa occasione, per te.

Dear you è il titolo (che sottolinea l’intimismo legato alla ricezione di una lettera) del progetto curato da Caterina Molteni che consiste di sei interventi di artisti internazionali, le cui opere sono concepite come poesie, brevi racconti, opere in forma di lettera, che tu potrai ricevere tramite corrispondenza postale.

Gli artisti riflettono su temi di fondamentale importanza nella nostra contemporaneità, quali la perdita di contatto fisico e le relative ripercussioni sulla vita emotiva, l’indebolimento della vita sociale condivisa e la necessità di creare nuove strategie di relazione e di cura al di là dell’esperienza digitale.

Gli artisti coinvolti nel progetto sono Hamja Ahsan (Londra, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984), Ingo Niermann (Bielefeld, 1969) e David Horvitz (Los Angeles, 1982).

Grazie a Dear You le sei opere d’arte entrano a casa tua recuperando una modalità di veicolazione analogica, lenta che sospende l’agire convulso di questi tempi di call continue. Entra con un rito che per decenni ha accompagnato il nostro rapporto con il mondo. Il suono del campanello e una voce che dice: “Posta in buca”.

Per tanti è un gesto emotivamente forte, con venature nostalgiche, quando il rituale della lettera si componeva di varie fasi, tra cui l’attesa (che non prevedeva l’inseguimento voyeristico dei pacchi che aspettiamo tappa per tappa). Qui è l’attesa vera di una lettera che ha i suoi tempi. Poi la gioia di scendere per vedere che cosa c’è nella buchetta delle lettere. E infine il piacere di aprire la lettera indirizzata a voi.

Per la generazione Z è invece una esperienza nuova, direi quasi rivoluzionaria. Aspettare una lettera con tempi indefiniti, così poco funzionale e per giunta recapitata nella buchetta delle lettere.

In questi tempi di incertezza è una proposta delicata che si rivolge direttamente a ciascuno di noi, in Italia o fuori Italia. Hai la possibilità di ricevere sei lettere a distanza di un paio di settimane l’una dall’altra con sei opere d’arte.

Il MAMbo entra così in punta di piedi in casa tua e ti propone questa collezione attraverso un gesto che definirei poetico. L’adesione a Dear you avviene tramite iscrizione online dal sito del MAMbo fino al 14 marzo 2021. I costi di iscrizione alle sei lettere sono € 20; ai titolari Card Cultura € 12.

MAMbo: Riallestimento collezione permanente

MAMbo: Riallestimento collezione permanente

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna si ripresenta al pubblico dal 4 febbraio con un importante intervento di rivisitazione e riallestimento di parti della collezione permanente, accompagnato da interventi strutturali, che si svilupperà nell’arco del 2021.

Le sezioni che appaiono già rinnovate dal nuovo ordinamento curato da Uliana Zanetti e Barbara Secci con la supervisione del direttore artistico Lorenzo Balbi, sono quelle dedicate all’Informale e all’Ultimo Naturalismo, mentre è stata costruita ex-novo un’area tematica sull’arte Verbo-Visuale.

A ridisegnare completamente gli spazi espositivi nel segno del dialogo con l’ambiente esterno (come già avvenuto al piano terra con le porte-finestre della Sala delle Ciminiere) è anche la riapertura delle finestre della manica lunga, che appare così decisamente trasfigurata, non solo dal nuovo allestimento delle opere ma anche dalla possibilità di scambio osmotico dentro/fuori.

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Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte

Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte

Al Museo Morandi di Bologna, con la riapertura al pubblico è visibile fino all’11 aprile 2021 Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte a cura di Giusi Vecchi, incentrata sul tema al quale Giorgio Morandi ha maggiormente legato la sua fama: la natura morta, declinata nei suoi aspetti tonali e compositivi.

I 10 lavori in mostra appartengono tutti all’ultima stagione della ricerca artistica morandiana, che va dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, caratterizzata da una cospicua produzione e da una ricchezza creativa, che fa registrare un numero altissimo di nature morte (quasi settecento). In questa fase matura della sua vicenda artistica, Giorgio Morandi indaga a fondo l’idea di serie e di variante.

MAMbo e Museo Morandi osservano i seguenti orari:
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, h 14.00 – 19.00
chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi

 

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Le plaisir de vivre

Le plaisir de vivre

Il Museo Davia Bargellini di Bologna riapre con la mostra Le plaisir de vivre Arte e moda del Settecento veneziano.

Questa mostrasull’arte del Settecento veneziano, che rimarrà aperta fino al 12 settembre, valorizza ulteriormente il progetto museografico originario del fondatore e primo direttore del Museo, Francesco Malaguzzi Valeri che cento anni fa riordinò “la oramai ricchissima collezione di antichi mobili e soprammobili con l’aggiunta dei quadri, così che ne derivò all’insieme carattere di appartamento, meglio che di museo”.

Il Settecento vissuto nella quotidianità nobiliare e senatoria all’interno del Palazzo di Strada Maggiore a Bologna dialoga, oggi, col Settecento fastoso, elegante, raffinato che si aggirava nei palazzi affacciati sui canali più belli di Venezia, richiamando il Settecento depositato nella memoria di Francesco Malaguzzi Valeri: “Quando le sale si animano con la presenza di visitatori e gli ori corruschi dei ricchi mobili del fastoso Settecento nel più grande salone si accendono e brillano, la sera, alla luce delle lampade elettriche da mille e cinquecento candele, par meno difficile rievocare

l’andirivieni antico delle dame agghindate e dei gentiluomini in spadino in attesa del Cardinal Legato e il lento ondular delle danze e degli inchini leggiadri al suono degli strumenti musicali, oggi muti in un angolo”.

A questo plaisir du vivre è dedicato il centenario del nostro museo Davia Bargellini che arricchisce così il suo già importante patrimonio permanente proveniente dalle botteghe veneziane con opere di rara bellezza custodite al Museo di Palazzo Mocenigo. Modelli di abbigliamento, accessori della moda del tempo e memorie della fastosità laica e ecclesiastica abiteranno il museo Davia Bargellini per ben quattro mesi, grazie a un felice e tenacemente inseguito accordo tra la Fondazione Musei Civici Venezia e l’Istituzione Bologna Musei.

Soprattutto oggi ci rendiamo conto che la missione dei musei pubblici è sempre più essere e agire come istituzioni culturali che aiutano a riflettere sul presente e sul futuro partendo da un pensiero intelligente sul passato, grazie anche a una cooperazione reciproca come quella che in questa mostra ha avvicinato Venezia a Bologna.

Museo Davia Bargellini
Le plaisir de vivre Arte e moda del Settecento veneziano dalla Fondazione Musei Civici di Venezia
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo, Massimo Medica, Chiara Squarcina
2 febbraio – 12 settembre 2021