Quanto la pandemia ha cambiato la nostra vita? Come paese usciamo dalla pandemia più uniti o più divisi?

A queste domande ha risposto un sondaggio del Pew Research Center che ha interessato 14 tra i paesi (Europa, Nord America, Australia, Giappone, Corea del Sud) economicamente più avanzati.

I 14 paesi hanno affrontato il Covid-19 in tempi diversi adottando misure differenti, dal lockdown dell’intera nazione a interventi molto meno drastici. Queste diverse scelte politiche hanno influenzato la percezione del cambiamento che è intervenuto nella nostra vita? La mediana di tutti paesi afferma che il 58% delle popolazioni ha percepito un grande cambiamento e il 42% nessun cambiamento o una modifica molto lieve.

La mediana copre, al proprio interno,. situazioni tra loro molto diverse. I paesi in cui la percezione di un grande cambiamento ha interessato almeno i due terzi della popolazione: Corea del Sud (81%), Svezia (71%), Usa (67%), Regno Unito (66%), Giappone (65%), Canada (64%). La percezione di cambiamento, sempre maggioritaria ma con percentuali minori, ha interessato anche Spagna (60%) e Italia (56%).

In sei paesi almeno la metà della popolazione ha affermato che la propria vita non è cambiata molto: Danimarca (73%), Germania (61%), Olanda (54%), Francia e Australia (53), Belgio(51%).

Non è possibile individuare una corrispondenza meccanica tra le scelte adottate dai governi e la percezione di cambiamento, ma pur con qualche eccezione è possibile ipotizzare che l’assenza di misure rigide come il lockdown abbia incrementato piuttosto che diminuito il senso di un grande cambiamento.

Se andiamo più in profondità vediamo che la percentuale di donne che ha affermato che la loro vita è cambiata durante il coronavirus è superiore a quella degli uomini in tutti i 14 paesi, con differenze percentuali inferiori all’8% in Olanda, Germania, Danimarca, Spagna, Corea del Sud. Percentuali superiori del 15% in Svezia, Stati Uniti e Francia. Negli altri paesi le differenze sono state tra il 10% (in Italia) e il 12%. La maggiore percezione di cambiamento delle donne è stata determinata sia dall’essere più degli uomini lavoratrici part time (a cui è stato spesso sospeso il lavoro) sia dall’incremento generalizzato a tutti i paesi del lavoro domestico.

Nei mesi scorsi si è poi parlato molto di come la pandemia abbia unito di più i paesi al proprio interno nel momento del pericolo. Anche le opinioni su questo tema sono molto divise e contrapposte. Il 46% afferma infatti che il paese è più unito, il 48% più diviso.

I paesi in cui prevale chi pensa che il paese sia oggi più unito sono: Danimarca (72%), Canada (66%), Svezia (58%), Corea del Sud (56%), Australia (54%). Il paese la cui popolazione pensa che la gestione della crisi Covid-19 abbia ampliato le divisioni interne è gli Stati Uniti dove ciò che sta succedendo anche oggi è una ulteriore conferma. La percezione di una maggiore divisione ha coinvolto gli altri paesi, con percentuali superiori al 50% in Spagna (59%), Belgio(55%), Germania e Italia (54%), Olanda (53%).

Dai risultati di questa indagine internazionale emerge che le percezioni sulle conseguenze della lotta al coronavirus sono molto diverse da paese a paese e che dipendono da variabili ideologiche, sociali, personali incrociate con gli interventi portati avanti nei singoli paesi.